
E' ufficiale, ormai non possiamo nemmeno darci un vanto rispetto a quelle nazioni che, in Europa, credevamo nel fango o vittime di un complesso di inferiorità culturale: infatti, nella classifica dei Paesi corrotti, l'ultima è la Grecia. La penultima posizione, la più umiliante poichè neppure conferisce il merito del peggiore della classe, è guardacaso proprio occupata dall'Italia. Si tratta di una rilevazione a cura di Transparency International sui paesi meno corrotti; siamo ancora una paese che ricorda a fior di dossier televisivi e lussuosi articoli di giornale, personaggi inquietanti come Gelli, Craxi-pace all'anima sua- o Andreotti. Non c'è da spalancare troppo lo sguardo, non c'è stupore e non può esservene dal momento che a presiedere il Consiglio dei Ministri è Berlusconi Silvio in persona: sarebbe inutile, qui, ricordarne gli innumerevoli lati oscuri. Un solo cognome basta a raccontarne la persona, assurge miracolosamente a ruolo di sineddoche. Di questi tempi, tutto questo fa ancora più male se si tiene l'occhio puntato sugli Stati Uniti, e l'esterofilia, attitudine sempre più sgradevole e melensa, diventa una necessità imprescindibile quando si segue la campagna elettorale a stelle e strisce in cui si fronteggiano candidati effettivamente nuovi, Obama e McCain. Nulla a che fare con i nostri fossili (come Cossiga, suo malgrado), con i nostri parlamentari mummificati. Ma del resto l'Italia - o almendo la sua parte peggiore, piccolo e medio borghese, non si è sempre beata della gloria di un tempo che fu? Il certo è che dopo questo miserabile piazzamento in classifica, dopo questa ennesima figura di cacca, non ci resta che aggiungere all'elenco delle nostre più segrete 'invidie esterofile' anche le isole Mauritius (che vantano una collocazione invidiabile rispetto a noi) e vedere ingigantirsi a dismisura un meritatissimo complesso di inferiorità culturale.


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