mercoledì 5 novembre 2008

La mia lunga notte aspettando Obama




















Chicago è ancora in festa, per il giovane senatore dell'Illinois trasformato in Mr. President of USA.

Una lunga, lunghissima notte.
Tra internet e tv, inseguendo il risultato più veritiero.Poche parole per questa grande, attesissima vittoria. Ho palpitato insieme a milioni di americani, aspettando un verdetto che cambia la storia, che dà opportunità di profonde riflessioni.
Sul grande schermo di Grant Park, dopo la suspense di exit poll e proiezioni, cala per un attimo il silenzio e la Cnn annuncia: "Barack Obama President". L'America si stringe in un unico urlo. Gli uomini alzano il pugno in segno di vittoria. Centinaia di bandiere americane sventolano verso il cielo. Le lacrime del reverendo Jackson bagnano di felicità l'immaginario di quanti hanno creduto e dato fiducia ai cittadini americani.
Change and Hope - due parole, gli imperativi di questa campagna elettorale: dappertutto, su magliette e cappelli, stampati sulla pelle. E il mantra "Yes, we can", che risuonerà nel futuro più lontano, per generazioni e su pagine di libri da studiare. L'Europa resta a guardare, con un pizzico di invidia per un paese che pur nelle sue contraddizioni e nefandezze del passato, osa il cambiamento e sa gridare la sua voglia di desiderarlo al mondo intero. Inutile chiedersi ancora "l'America è pronta?"
Da oggi nessuno si farà più questa domanda.

1 commento:

Anonimo ha detto...

io ho capito che aveva vinto immediatamente quando ho visto Flordia Indiana e North Carolina incerti. :)