mercoledì 30 luglio 2008

Benvenuti al carnevale di Facebook! (meditazioni sul riserbo)



Intriganti rilevatori socio-antropologici all'orizzonte: dopo SecondLife, apoteosi dell'imbecillità post-moderna, è diventato di moda un tremendo Libro delle Facce.
Sul grottesco carrozzone di Facebook, luogo di ritrovo virtuale dove il caravanserraglio della più noiosa e stra-vista civetteria-femminile (e, udite udite, pure maschile ormai) può stanziare senza troppi intoppi e con grandi entusiasmi, chiunque è benvenuto: è il trionfo della democrazia del web, è la vittoria dell'appiattimento bruto che livella tutti i "giovani" ad altezza monitor, nè un palmo più sotto nè più sopra. Snobbare la tecnologia o sottovalutare le web community è un'attitudine sbagliata, anacronistica e più di tutto retorica: ma questo non significa che non sia legittimo guardare con sospetto a queste forme di aggregazione selezionata, in cui "i giovani di oggi" si scambiano foto, sorrisi falsi e false approvazioni estetiche.
Vabene familiarizzare col Web, ma dirottare su questo ogni più piccola e segreta forma di vita, senza pudori nè freni, è davvero troppo e sa di ridicolo.
Mi domando se sia possibile e sensato oggi parlare di termini come
riserbo o mistero: parole che hanno un sapore retrò, specialmente per i fans fanatici sfegatati del FaceBook, il libro delle facce, dei volti digitali che sgomitano tra loro per accaparrarsi più contatti, più international friends, oggi più che mai di moda.
Ma basta davvero una rubrichetta virtuale piena di cognomi stranieri per renderci cosmopoliti, cittadini del mondo che si sentono a casa in ogni luogo della terra? FaceBook, il libro delle finte faccine transnazionali, è davvero il sintomo dell'apertura alla realtà del mio vicino in Mozambico o in Islanda?
Tutto è accuratamente spiattellato e raccontanto minuziosamente, una sorta di curriculum vitae minuzioso-malizioso, raccontato e spiegato per immagini., foto personali.
La parola d'ordine è CONDIVISIONE: condividi le tue foto, condividi i tuoi viaggi, le tue ambizioni al grido di cose incomprensibili -che suonano come inni-tipo
send a gift to a friend! L'esibizionismo (quello però da quattro soldi, facilone e neanche davvero compromettente) è il vizio e il lusso del nostro tempo: chi non può andare al Grande Fratello o all'Isola dei famosi, perchè anonimo, deve accontentarsi di un goffo ripiegamento sul Web.
Prosit.

13 commenti:

Anonimo ha detto...

Riflessione interessante, che mi capita a fagiolo (visto che sono 3 giorni che mi collego regolarmente a Facebook). E' una specie di vetrina, che mette in luce tra le altre cose le miserie umane.
Posso sapere da dove nasce questa attenta analisi del fenomeno 'social utility'?

la civetta... ha detto...

...nasce dall'esigenza di capire questo pazzo-pazzo mondo in cui vivo!
Facebook è uno dei bersagli che preferisco :-)

la civetta... ha detto...

ps: là è pieno di Tom Mc Kenzie!!

Anonimo ha detto...

D'accordo facebook e' una cagata ma e' allo stesso tempo molto utile; l'importante, come sempre, e' sapersi servire in modo intelligente della rete (come di ogni altra cosa). Sinceramente non capisco tutto questo accanimento che tra l'altro va molto di moda (quasi piu di facebook direi)

la civetta... ha detto...

Caro amico anonimo,
interessante la tua strana teoria in stile bifronte: una cosa è una cagata e utile al contempo. Com'è possibile? Fedele al principium firmissimum aristotelico, non concepisco una dualismo contraddittorio come questo, dunque deciditi amico: o cagata o gioiello.
sapersi servire in modo intelligente della rete non implica necessariamente abboccare a qualsiasi amo, nè abbracciare la weltanschauung -al momento molto à la page- del "di tutto un pò", per i furbetti ch enon hanno l'onestà intellettuale di prendere posizione. Come quei cosiddetti fumatori occasionali, che sono più patetici dei fumatori incalliti... Se non capisci [attento però a non confondere comprendere con condividere] tutto questo "accanimento"(termine facilone, di poco stile, che io sostituirei con avversione)vuol dire che hai letto male e frettolosamente il mio post(o che, peggio, fai finta di non capire).
In attesa che tu mi offra ragioni e fondamenta più solide -o più stringenti, meno superficiali- a conforto della tua tesi, ti mando un saluto!




La_Civetta

Anonimo ha detto...

Hai ragione la mia lettura e il mio commento sono stati affrettati; ma la mia opinione cambia di poco. Restando fedele ad Aristotele ricorderei, come ben noto, che per il "padre del p.n.c" una cosa puo' essere al tempo steso X e Y "sotto diversi rispetti". Dunque, percisando (se non fosse abbastanza chiaro, suvvia un po' di elasticita') che F. e' utile per alcune cose come, per esempio, trovare persone di cui, per i motivi piu' vari, non si possiedono piu' le referenze oppure per creare gruppi di discussione (simili ai blog) e riunire persone con interessi simili ai propri. E' al tempo stesso una "cagata" per quanto riguardo gli aspetti che hai ben delineato nel post (dalla "condivisione" alla ricerca del numero maggiore possibile di amici e cosi' via). Invece che cagata si potrebbe usare la bella espressione con cui definisci SecondLife ("apoteosi dell'imbecillita' postmoderna").Detto questo io continuo a usare F. per quello che mi serve (non certo per esibirmi ne' per civettare; tra l'altro se conosci un po' F. sai anche che ti offre tutta la privacy che vuoi; se non vuoi mettere in vetrina la tua vita non lo fai). Mi chiederai perche' uso F. visto che me ne servo per pochissimi scopi. La mia risposta e' che al momento non trovo strumenti migliori; se e quando ne trovero' abbandonero´F. Dunque-lo ripeto- sono convinta che F. sia utile per alcune cose e per questo continuero' a servirmene; credo anche che sia ora di dare un taglio a queste analisi sociologiche a buon mercato- queste si'- davvero "facilone".

Anonimo ha detto...

C'è una cosa che non capisco: perché ostinarsi a ricercare in quei luoghi che vengono considerati futili per loro natura (vedi Facebook) delle tracce autentiche della nostra esistenza? Cioè – passatemi l'ardita metafora –, perché andare in un bordello per cercare l'amore eterno?
Ho sempre la vaga impressione che la voglia di abbandonarsi a uno straziato “o tempora o mores” sia costantemente dietro l'angolo. Facebook forse preoccupa perché si rivela essere una fiera delle vanità? Ben venga! Non mi pare che al suo ingresso si trovino promesse d'altro; certo, se si vuole tentare un uso oculato, è anche possibile non cadere nella vacuità – ammessa ma non concessa – esibizionistica di cui viene tacciato: si possono davvero tenere rapporti con persone lontane senza dover spiattellare tutto della propria vita privata e mettere le proprie immagini personali ad uso di chiunque passi.
Ma non ci deve certo preoccupare chi, con un minino di cognizione e magari ironia, si avventura in terreni minati; una persona colta, mediamente non esibizionista, intelligente, riservata, che sa scegliere con cura le proprie amicizie e si confida solo con pochi intimi, non dovrebbe avere troppa difficoltà nel tenere a bada questa macchinetta infernale, Faccialibro, basta il nome per capire di cosa si tratta. Potremmo addirittura ipotizzare che vi si avventuri con un sano gusto postmoderno – questo sì, lo definirei tale – di provare un po’ di tutto col giusto distacco per poi scegliere ciò che vale e ciò che è divertissement. Detto in altri termini (perdonatemi la volgarità ma mi limito a citare), anche una cagata è utile, fino a prova contraria.
Forse allora ci dovrebbe impensierire quella gran massa di utenti che in modo molto meno consapevole si abbandonano alle grinfie di FB? Detto sinceramente, no. Per dei semplicissimi motivi: primo, perché non è certo da un’occhiata superficiale al sito che possiamo capire intenzioni personali e tipi “sociologici” di quanti ne fanno uso; secondo, perché mi pare che in realtà non vi sia nulla di dannoso, pericoloso, o scadente, nel cercare nuovi contatti e conoscenze; terzo, perché temo piuttosto che questo atteggiamento di distacco e critica verso simili forme di aggregazione telematiche e ultratecnologiche, ma in fondo radicalmente popolari e popolane, si basi su un pregiudizio infondato e un pochino snob – cosa quest’ultima, che va davvero poco di moda ultimamente.

la civetta... ha detto...

PER L'Anonimo poetante:




Cara amica anonima, non è per mancanza di elasticità o vocazione pedantesca che ti ho rimproverato su Aristotele, ma perché molto spesso c'è chi si nasconde dietro un bel "è così, ma è anche cosà" perché non è in grado di dirigere i propri pensieri in maniera chiara e concisa, facendo così una bella insalatona di opinioni. E visto che citi benino Aristotele, immagino che sarai una studiosa di filosofia: da furbetta mi hai citato una formulazione ontologica del principio e non dialettica (pertinente all'argomento di cui trattiamo) a cui evidentemente mi stavo riferendo. Bando alle dissertazioni filosofiche, che ci porterebbero troppo lontano, torniamo a Facebook perché, cara mia, "di tutto" si potrebbe dire, seguendo il tuo ragionamento, che è una cagata o invece uno strumento utile, o che è un dado knorr. Anche la morte in fin dei conti è utile (il ricambio sociale) e una cosa orribile (la morte di qualcuno caro ad esempio). Ma dire che la morte è utile e allo stesso tempo orribile (sotto medesimi aspetti, mi raccomando) non è certamente utile al fine della discussione. Ma forse tu stavi poetando, un po' come Leopardi che dice che la luna è graziosa e allo stesso tempo piena di angoscia! Visto che paventi sapore filosofico,ti prenderò seriamente. Non ti chiederò quindi perché usi Facebook...ritorneremo nello stagno dell'opinione senza ritegno in cui vuoi farci sguazzare! La domanda che dovremo farci è un altra, cara anonima interlocutrice: è vero che un qualunque utente può usare Facebook per i motivi più sconnessi. Per farsi della propaganda politica ad esempio, o magari trovarsi una fidanzata/o. Oppure per creare gruppi di discussione come fai tu (perché non usare i forum? O meglio ancora parlare VERAMENTE con le persone). O forse è semplicemente un modo vigliacco per nascondersi dietro etichette in voga o meglio dire "gruppi di discussione", mettendo in vetrina quanto si è cool con una serie di foto improponibili , farsi un po' di amici in giro per il mondo così da sembrare più internazionali e meno sfigati. O forse sono io che faccio analisi sociologiche a buon mercato e in realtà il tuo Facebook è uno strumento banalissimo come una matita o una forchetta, su cui è inutile farsi troppe domande. Meglio la filosofia vincente del "panta rei" new age, vero?
Un'ultima nota personale: il fatto che TU non hai ancora trovato uno strumento migliore non implica che ne fai un buon uso. Se io per svitare una vite uso costantemente la penna a sfera perché non so che hanno inventato il cacciavite non sono meno coglione. Siamo nel 2008, abbiamo molti anni di internet, di studi all'università: qualche domanda in più ce la potremo anche porre. E se sarà a buon mercato, sarà sempre meglio di avere davanti un deserto di idee.



Saluti,


La_Civett@

la civetta... ha detto...

Caro maguardaunpòmitocca,
ci sono alcuni spunti interessanti del tuo post: uno su tutti mi ha colpito "perchè andare in un bordello per cercare l'amore eterno?" Effettivamente se uno andasse in un bordello alla ricerca del principe azzurro sarebbe quantomai deprecabile. Io porrei comunque una domanda ancora più originaria a un ipotetico amico frequentatore di bordelli, ossia: perchè invece di andare in un bordello non ti cerchi una ragazza? Effettivamente, il nostro amico potrebbe essere affetto come dici tu da post-modernite. Ma tu consiglieresti a una persona di buttarsi da un ponte solo perché si considera post-moderno? E se fossero giustificazioni con il quale il nostro amico difende le sue miserie in salsa (pseudo)intellettuale? Certamente una persona colta potrebbe farsi un bel giro su Facebook, magari frequentare pochi amici etc. etc. Ma, stando all'esempio bellissimo, se uno va in un bordello con tre prostitute piuttosto che cento, alla fine fa la differenza? Se ci deve andare tanto vale che vada con cento (pace al fallo suo!), senza dire: "Beh in fin dei conti vado solo con tre battone selezionatissime, non come quei porci che ne frequentano cento di risma indifferenziata! Ah, che maiali!". Oppure sempre per tenere la metafora, se l'amico post-moderno dicesse: "Ma io al bordello ci vado solo una volta ogni tanto, magari 1 volta alla settimana. Non come quel tizio che ci va tutti i giorni!" etc. etc. Tutto questo è per dire che se un (pseudo)intellettuale si comporta da cretino, tanto peggio per lui. Sminuisce il suo ruolo per diventare qualcos'altro.
La cosa che mi è meno piaciuta è quando mi dai, inconsapevolmente mi auguro, della snob. Io amo la tecnologia, ma ritengo necessario distinguere le minchiate dalle cose che possono avere un senso. Inoltre criticare un atteggiamento negativo diffuso non mi pare sia una posizione snob. Questo è sempre stata la peculiarità dell'intellettuale fino ad oggi e la sua responsabilità pubblica! Se mi domandi:"Forse allora ci dovrebbe impensierire quella gran massa di utenti che in modo molto meno consapevole si abbandonano alle grinfie di FB?" io ti rispondo di sì, visto che in questo mondo ci vivo e vorrei che fosse migliore senza fare l'indifferente e chiudermi dietro un miserrimo "chissene".
Anche una cagata è utile? Mi sembra un'attitudine di chi non vuole prendere posizione. E' come se io dicessi la pornografia è utile se ti diverti con gli amici, la droga pesante è utile se ti fa divertire in discoteca. Tutto è bene, tutto è male. Relativismo spinto che alla fine si rivela poco interessante e autenticamente antiscientifico. Il vero snob sei tu che distingui tra un uso "sveglio" e uno "popolare", che vive nello stagnetto degli apocalittici e degli integrati: gli apocalittici dicono che il nuovo è una cacca, gli integrati che la novità in fin dei conti non è poi così male. Io questa dicotomia l'ho superata da un pezzo; mi auguro che farai lo stesso.

Cari Saluti,

La_Civett@

Unknown ha detto...

Bell'intervento, e dire che ci sono arrivato per caso documentandomi su un articolo per qualche verso similare che ho scritto proprio oggi sul mio blog.
Facebook e Myspace sono per certi versi affascinanti, ma altrettanto pericolosi, sia in senso reale, che in senso sociale.

PS: carino il tuo blog :)

la civetta... ha detto...

grazie, sei il benvenuto.

Anonimo ha detto...

Guardate che, comunque, la merda concima. Quindi, sì, una cagata può essere utile! Ma non Facebook!

la civetta... ha detto...

esatto!
anonimo, come ti chiami?
ti offro un pranzo al ristorante!