Election Day: conto alla rovescia.

La Civetta, negli ultimi tempi, ha dedicato ampio spazio alle questioni di politica interna lasciando più in ombra le questioni filosofiche (che sono il movente principale del suo blog) e di esprit de finesse, come si dice. E la ragione è più che facile: come sarebbe stato possibile tacere su questa stagione politica allucinata e stanca? Allora ecco ci qua: pronti alle urne, pronti ad impugnare ancora una volta la matitina magica che non si cancella, pronti a ritrovarci faccia a faccia con la scheda e i suoi simboletti cerchiati. Sono stati mesi duri, in cui i nervi tesi degli elettori e la tempra esile degli aspiranti eletti hanno vacillato a fasi alterne. Non potevamo aspettarci- questo è sicuro-una campagna elettorale così altamente autocensurata, così fintamente sobria. Sobrietà è stato il nome elegante che si è scelto di dare ad una atmosfera più realisticamente piatta, stanca e greve che equilibrata rispetto alle parti in combutta. Facce vecchie e facce nuove sono comparse sui muri delle nostre città, rievocando incubi non ancora dimenticati, nonostante la buona-e opportunistica- volontà dei politici di farceli dimenticare. Ma quest'alba, diciamo così, è arrivata troppo presto. L'Italia forse non è pronta a scegliere, ed è più svogliata che mai: come darle torto, del resto. Andremo alle urne sbadigliando, fors'anche in pigiama. Coerentemente col nottambulismo dei candidati premier: difatti, come potremo dimenticare gli orari proibitivi dei discorsi elettorali (ieri sera, Veltroni era in onda alle 23, 30!)? Più assonnati che lucidi, impugneremo la magic pencil della domenica mattina. Sperando almeno che il futuro e benemerito presidente del consiglio ci ricompensi della fatica inviandoci un ticket-bloc di buoni cappuccino e brioche.
Buon voto a tutti!



La Civetta.